Periodo di Blackout dei Microgreens: perché è importante?
COSA SONO I MICROGREENS?
I microgreens, tradotto in italiano micro-ortaggi, sono una delle più recenti classi di verdure ritenute ricchissime di proprietà utili e benefiche per il nostro organismo. Secondo alcuni studi, infatti, essi hanno altissimi contenuti di vitamine, sali minerali e antiossidanti, che superano di gran lunga le normali quantità contenute all'interno delle stesse classi di vegetali maturi.
Sono diventati i preferiti anche dai più grandi chef poiché, oltre che per la qualità e bontà, sono perfetti per creare degli impiattamenti raffinati ed originali.
Un'altra caratteristica che li contraddistingue dalle classiche verdure è il ciclo di coltivazione, molto più breve, che dura dai 10 ai 15 giorni al massimo. È quindi ideale produrli indoor, in modo da preservarne la freschezza ed evitare l'utilizzo di fitofarmaci e diserbanti. Inoltre, coltivarli è davvero economico e chiunque potrebbe farlo senza riscontrare grandi problemi.
COS'È IL PERIODO DI BLACKOUT E CHE SCOPO HA?
Quando si tratta di coltivazione di microgreens molto spesso si sente parlare del periodo blackout. In poche parole, è un intervallo di tempo in cui i vassoi contenenti i microgreens vengono impilati gli uni sugli altri o coperti per evitare che i semi siano esposti alla luce. Fondamentalmente si utilizza questo processo per emulare quello che è il posizionamento del terreno al di sopra dei semi di microgreens, esattamente come andrebbe fatto qualora si dovessero piantare in un orto o in un giardino all'esterno. Verrebbe spontaneo chiedersi perché, a questo punto, non ricoprire i semi utilizzando direttamente il terreno. Vi sono una serie di motivi per cui questo non va fatto, vediamone alcuni:
- innanzitutto, i semi sono piantati così vicini che le foglie appena nate farebbero cadere il terreno da tutte le parti;
- in questo modo si riduce il supporto del suolo utilizzato per le piantine
- il terreno utilizzato per coprire i semi aumenta notevolmente la possibilità che le piante vengano attaccate da malattie e aumenta la probabilità di proliferazione di varie specie di funghi;
- al momento della crescita delle piante, le foglie sarebbero ricoperte dal terreno, andando dunque a creare un raccolto sporco e disordinato;
- questo metodo è utilizzato anche per altri scopi che riguardano in maniera più stretta il processo di crescita delle piante.
Fare in modo che i microgreens stiano al buio è fondamentale per avere la certezza che quelle che nasceranno saranno delle piantine belle da vedere ma soprattutto sane. Infatti, stando completamente al buio, i microgreens saranno costretti ad allungarsi il più possibile proprio per cercare una fonte luminosa ed il risultato finale è quello di piantine lunghe, sottili e tenere. L'unica pecca di questa metodologia è che il seme contiene una piccola quantità di amido al suo interno, motivo per cui, i microgreens cederanno quando avranno esaurito la propria energia. Per questa ragione si tende a mantenere la fase di blackout fra i 3 e i 5 giorni seguenti alla germinazione.
QUALI MATERIALI SERVONO?
Se si vuole provare ad utilizzare i microgreens si possono utilizzare anche dei semplici vassoi in plastica, ma se si vogliono fare le cose per bene allora sarebbe opportuno utilizzare dei vassoi appositi. Se si ha intenzione di crescere le piantine in modo idroponico utilizzando dei tappeti, allora si dovrebbero avere dei vassoi senza fori nella parte inferiore. Se, invece, si è in un terreno, non sono fondamentali i fori per il drenaggio ma sarebbe comunque utile averli. Questo perché quando si impilano i vassoi si può aggiungere l'acqua solo in quello superficiale ed essa scorrerà anche negli altri grazie all'azione capillare. Si potrebbe anche inumidire il terreno affinché il seme sia sempre a contatto con l'acqua, ma quando la pianta inizia a radicare essa andrà sempre più in profondità.
Un altro elemento fondamentale per la coltura dei microgreens, infatti, è proprio l'acqua. La migliore da utilizzare sarebbe l'acqua piovana, ma ovviamente questa non è sempre disponibile. È perciò consigliabile utilizzare l'acqua del rubinetto filtrata.
Per quanto riguarda la tipologia di terreno e terriccio la scelta dipende dalla tipologia di microgreen che si intende coltivare.
La cosa migliore dell'utilizzare questo tipo di coltivazioni è che non vi è alcun bisogno di utilizzare fertilizzanti e diserbanti per avere un buon raccolto.
IN COSA CONSISTE IL BLACKOUT?
Come già detto, il periodo di blackout consiste prevalentemente nel tenere i semi di microgreens il più lontano possibile dalla luce. In realtà non è così semplice come sembra. Quando si piantano i microgreens, i vassoi nei quali sono contenuti vengono impilati gli uni sugli altri e sulla pila viene posizionato un peso (di qualsiasi tipologia ed entità) che comprima il tutto. Questo si rivela essere molto utile perché, oltre a tenere saldi i materiali oscuranti sopra i vassoi, la pressione fa sì che i semi rimangano a stretto contatto con il terreno umido. Inoltre, la piantina è schiacciata e quindi costretta ad ancorarsi perfettamente al terreno, il che produce una pianta più forte e resistente.
È NECESSARIO IL PERIODO BLACKOUT?
Dopo vari studi e vari test effettuati dalle più grandi aziende del settore, si può tranquillamente affermare che il periodo di blackout per la coltivazione dei microgreens è più che necessario. Questo perché saltando il periodo di blackout i semi di microgreens non crescerebbero. Il buio, infatti, permette agli steli di crescere meglio e allungarsi il più possibile per ricercare una fonte luminosa. Al momento del raccolto, tutto ciò farà sì che il prodotto finito sia più tenero e di ottima qualità.
I semi di microgreen non inizieranno a crescere senza l'inizio del periodo di blackout. L'oscurità assicura anche che gli steli dei microgreens crescano più a lungo. Al buio, i microgreens si allungano mentre cercano una fonte di luce. Ciò si tradurrà in un prodotto finito più tenero. Inoltre, vari studi scientifici hanno dimostrato che esporre i semi alla luce non è benefico come potrebbe sembrare, poiché la luce non consente lo sviluppo di alcune reazioni chimiche utili per l'indurimento dei semi e la germinazione della pianta. Anche in seguito al processo di germinazione sarebbe bene tenere i semi al buio per emulare la notte. Dopo il periodo di blackout, l'ideale sarebbe tenere i microgreens per circa sedici ore alla luce (durante il giorno) e almeno otto ore in totale oscurità.
QUAL È LA DURATA DEL BLACKOUT?
Non vi è una risposta univoca per questo tipo di domanda. Infatti, il periodo di blackout dei microgreens dipende dal tempo che serve affinché avvenga la completa germinazione dei semi fino al punto in cui saranno in grado di sviluppare autonomamente il processo di fotosintesi clorofilliana. Bisogna quindi prendere in considerazione una serie di fattori per determinare la durata più idonea alle proprie colture. Vediamone alcune:
- la tipologia di microgreen che stiamo coltivando;
- la temperatura media del suolo e dell'ambiente, considerando anche eventuali fonti di calore dirette e non;
- il livello di umidità dell'aria.
In linea di massima si dovrebbero controllare i semi ogni due giorni almeno, per tenere sotto controllo la germinazione e la crescita delle piantine.
Per determinate tipologie di microgreens come ad esempio i ravanelli, i broccoli, il cavolo ecc. due giorni saranno probabilmente anche troppi. Per altre varietà, invece, come il coriandolo, il sedano ecc. il periodo in cui i semi vanno tenuti al buio può arrivare a durare anche una settimana.